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Ventunesima Puntata: Non tutto era ancora compiuto

Quando  un’anima  è investita dallo Spirito Santo è inesauribile nei suoi sogni rivolti alla gloria di Dio. Padre Mario, ardente giovane di A.C., quando, accogliendo la chiamata del Signore si decise per il Sacerdozio, sognava già la Parrocchia, sognava di essere Parroco. Ma la sua strada Dio la decise diversamente. Religioso e figlio di San Luigi Guanella, gli capitò a volte di essere inviato come Parroco, ma furono parentesi molto brevi che si intercalarono con altre sue mansioni come direttore di orfanotrofi,  restauratore di Santuari e quant’altro.
Ormai maturo negli anni gli si presentò una insperata opportunità. Il Vescovo di Ravenna, Mons. Ersilio Tonini, cercava un Parroco per una sua Parrocchia temporaneamente sprovvista e portata avanti da laici. Incontrò Padre Mario e questi accettò, felice di trasferirsi a Godo come Parroco, unitamente a Don Gino Sangermani e ad una Comunità di Sorelle.
Nella mente del Padre da tempo persisteva un’altra ispirazione alla quale fino ad allora non aveva potuto dare seguito. E la ispirazione era questa: affiancare alle sue figlie dell’Opus Mariae Reginae dei Sacerdoti consacrati nel medesimo Carisma, per donarsi per la formazione della donna secondo il Cuore di Dio. Questo sarebbe stato un aiuto straordinario per le Sorelle dell’Opus Mariae Reginae. La residenza in Godo, la Parrocchia e il placet del Vescovo Tonini sembravano accarezzare questo sogno.
La Parrocchia in breve tempo divenne centro di frequenza non solo per gli abitanti di Godo, ma anche per gli abitanti dei paesi limitrofi. A Godo, a parte il servizio specifico della Parrocchia, iniziarono e si svilupparono tutte le attività proprie della Congregazione. Le Sorelle curavano l’Oratorio per le adolescenti e le giovani, Don Gino iniziò anche l’Oratorio per i ragazzi. Si organizzarono incontri per le mamme e tutto era un fermento di attività. La permanenza in Godo regalò alla Congregazione anche due vocazioni, due giovanette di Russi, un paese vicino. Una Sorella è chiamata anche ad insegnare religione in una scuola statale. Il Padre era sempre assediato nel confessionale e Don Gino, da parte sua, non era da meno. Andava a visitare le famiglie, anche le meno assidue in chiesa, e lasciava sempre la sua benedizione. Si fermava  nei bar o nei luoghi di aggregazione degli abitanti di Godo, intrattenendosi in gioviali conversazioni finalizzate sempre a donare  la Parola di Dio e la sua benedizione.
Godo divenne sotto un certo aspetto quasi il centro spirituale di tutta la nostra attività apostolica. Molti Oratori vicini o lontani spesso organizzavano visite a Godo per ricevere sempre i doni carismatici del nostro Padre Fondatore che in nulla si risparmiava e per la Parrocchia e per la nostra Famiglia Religiosa. Dal Veneto e dal Lazio la giornata annuale del Tesseramento si programmava quasi sempre per viverla a Godo con grande gioia di quella medesima Comunità. In Godo si è realizzato in pieno tutto quanto era l’ispirazione avuta dal Padre che contemplava non solo un apostolato rivolto particolarmente alla donna, ma, pur rimanendo questo preminente, si orientava anche ai giovani, ai ragazzi con l’aiuto specifico di Sacerdoti  consacrati allo stesso ideale.
Tutto era un rifiorire di fede. Ma… sorse il ma. Sorsero difficoltà,  malevoli riferimenti al Vescovo, incomprensioni, sicché dopo tre anni trascorsi a Godo, dal 1983 al 1986, fu necessario cercare casa e migrare altrove.
La casa fu trovata a Pieve di Soligo – TV, e lì si trasferì tutta la Comunità di Godo.

A cura di
Sr. Carmela Picano

Continua nel prossimo numero…

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