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Perdonare: “voce” del verbo amare

“La gioia più grande di Dio è quella di poter dire: Io ti perdono!”. Questa frase attribuita al Santo Curato d’Ars presenta in sintesi la bellezza e la grandezza della vita cristiana. Sembra un paradosso poiché siamo portati a credere che diamo più gioia a Dio quando siamo buoni e obbedienti, ma Lui ci sorprende col suo amore quando può costatare l’umiltà del nostro cuore e farci festa col suo perdono. Certo, se il peccato è un male grande, non c’è peccato più grande dell’affermare di non essere peccatore. Già, il perdono! Sembra una parola fuori moda, uscita dal nostro vocabolario quotidiano e, forse, relegata in momenti altamente solenni e significativi come le grandi occasioni della vita. Il perdono, invece, ci segue passo dopo passo, anzi c’insegue e ci sollecita a guardare fuori di noi e dentro di noi. In ogni famiglia, in ogni comunità il perdono è la fibra sottile o forte che tiene uniti i rapporti nel vincolo dell’amore. Si può ben affermare che perdonare è voce del verbo amare, e per questo viene solo da Dio, scaturisce da un cuore che ama e si lascia plasmare dal dono di sé. Gesù stesso non ci ha chiesto di imparare da Lui a fare cose grandi, prodigiose, ma ad a essere miti ed umili di cuore. Alla sua scuola impariamo la lezione tutta nuova che amare è perdonare non solo i grandi nemici, ma tutti coloro che in qualche modo ci ostacolano o ci rendono difficile il cammino della vita. “Voglio lasciare a quanti leggeranno queste pagine il talismano della mia vita: la fiducia nel S. Cuore. Sì, confidare in Lui sempre, nelle ore liete per non prevaricare, nelle ore tristi per non soccombere, nelle difficoltà per superarle, nelle prove per valorizzarle, nel lavoro per compierlo soprannaturalmente, nella scelta dello stato di vita per capire e fare la volontà di Dio, in ogni contingenza della vita, onde vivere sempre in stato di grazia ed essere in grazia nell’ora della morte, quando Egli vorrà, che sarà dolce sul suo Cuore.” (Tra sorelle, in Squilli di risurrezione del 27 ottobre 1946 – A. Barelli) Le grandi offese possono lasciare un segno nel cuore, ma anche i piccoli fastidi appesantiscono le relazioni umane. Cerchiamo, come disse Armida Barelli, ormai prossima alla beatificazione, di trovare il talismano della nostra vita uguale al suo: la fiducia nel Sacro Cuore. Saremo allora sempre capaci di perdonare, di tessere cioè il filo d’oro nelle nostre giornate con i caratteri dell’amore.

 

Sr. Liliana D’Urso

 

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