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Le 5 strade di Carlo

Carlo, quindici anni, un bell’adolescente dai capelli corvini e ondulati, nei brevi anni della sua vita aveva trovato una ricetta infallibile per tutti: essere sempre uniti a Gesù. Ciò che veramente ci renderà belli agli occhi di Dio sarà solo il modo in cui Lo avremo amato e come avremo amato i nostri fratelli. E per realizzare questa ricetta proponeva di seguire cinque strade, quelle che si era proposto di percorrere, e realmente aveva percorso lui.

1) L’Eucaristia quotidiana

Da quando, a sette anni, aveva ricevuto per la prima volta Gesù, raramente era mancato all’appuntamento quotidiano con Lui. Diceva: “l’Eucaristia è la mia autostrada per il Paradiso.” E non solo partecipava alla Santa Messa, ma ogni giorno, dopo la Santa Comunione, faceva mezz’ora di Adorazione al Santissimo Sacramento, pregando soprattutto per i più lontani da Gesù.

2) Amore alla Madonna

Ogni giorno recitava il Santo Rosario. Era devotissimo della Madonna del Rosario di Pompei, e più volte si era consacrato a Lei per tenersi lontano dal peccato ed evitare l’inferno. Parlava spesso delle tre realtà che ci vengono incontro dopo la morte: Inferno, Purgatorio, Paradiso, e si confessava ogni settimana. Diceva: “Come la mongolfiera per salire in alto ha bisogno di scaricare i pesi, così l’anima per elevarsi al cielo ha bisogno di togliere anche quei piccoli pesi che sono i peccati veniali”.

3) Amore per il prossimo

Era aperto a tutti… Con le paghette, che riceveva dai genitori, comprava coperte e sacchi a pelo per i senza tetto. Di sera, dopo lo studio, andava a portare da mangiare agli ultimi, che aveva incontrato per strada… Era vicino ai collaboratori domestici della sua famiglia, anche se stranieri e di diversa religione… seguiva i bambini, i ragazzi suoi coetanei… cercando di far affiorare in ciascuno le capacità personali e uniche che Dio ha seminato in ognuno. Vedeva infatti il pericolo che correvano di uniformarsi ai media, alle sollecitazioni della pubblicità o del piacere vuoto. Diceva: “Tutti nascono come originali, ma molti muoiono come fotocopie”. “La tristezza è lo sguardo rivolto verso se stessi, la verità è lo sguardo rivolto verso il futuro”. Bravissimo in informatica, usava la tecnologia per fare del bene agli altri, per diffondere la parola di Dio… Nonostante fosse tanto giovane, aveva un’intuizione tale da riuscire ad acquisire competenze che, in genere, si conseguono solo all’Università. Era riuscito a creare un sito internet per far conoscere i miracoli eucaristici che si sono moltiplicati in tutto il mondo nel corso dei secoli.

4) La penitenza

Spesso si pensa a “fioretti” alimentari: evitare di mangiare dolci, non prendere il caffè o la sigaretta tanto graditi… Carlo faceva “fioretti” meno evidenti, ma non meno preziosi: rinunciava a fare delle cose che gli piacevano tanto: suonare, ascoltare musica, mettere in evidenza le sue doti più belle. Anche se a scuola era molto bravo, si conservava sempre nell’umiltà, e una volta in cui prese il voto più alto di tutti, si rattristò, pensando ai compagni che avevano preso dei voti più bassi del suo.

5) Affidare le sofferenze a Dio

Quando comprese che la leucemia, che lo aveva colpito, lo avrebbe portato alla morte, esclamò: “Offro al Signore le sofferenze che dovrò patire per il Papa e per la Chiesa, per non fare il Purgatorio e andare dritto in Paradiso.” Percorrendo queste cinque strade, Carlo riuscì a vivere i suoi brevi anni sempre all’insegna della gioia, e alla fine della sua vita poté esclamare con tutta verità: “Sono contento della mia vita, perché non ho perso neppure un minuto in cose che dispiacciono a Dio”. Potessimo dirle anche noi queste bellissime parole, e divenire belli interiormente, vivendo sempre uniti a Gesù nella luce della Grazia.

 

Sr. Gabriella Tommasino

 

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